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ANTRE PEAUX-UNBORN0X9

Installata all’interno della Friche Culturelle, un’ex fabbrica di materiale edile oggi patrimonio architettonico della città di Bourges (regione Centro della Francia), Antre Peaux, è una struttura unica, che mantiene la sua storica militanza culturale nei confronti di una cultura underground aperta ad ospitare anche forme di derive, che offre una piattaforma di residenze artistiche, produzione, sperimentazione, ricerca, diffusione, sensibilizzazione nel campo di diversi media legati al contemporaneo (video, cinema,suono, performance, interazione elettronica) con un’importante progettazione europea.

Fanno capo ad Antre Peaux le due storiche associazioni Emmetrop (associazione multidisciplinare nata per favorire la produzione artistica in generale ) e Bandits-Mages (associazione dedita alle arti visive, sonore e cinematografiche ), riunite in un grande luogo di produzione e diffusione artistica sperimentale radicale, con numerosi spazi dedicati a svariate specializzazioni tecnico/linguistiche e laboratori, tra cui quello dedicato al bio-tech, alla scienza e tecnologia legata al vivente ed all’ecologia in generale.

Antre Peaux collabora con numerosi centri artistici e scientifici di tutto il mondo anche grazie a progetti di ricerca spesso curati da Ewen Chardroneet, da David Legrand, che ritroveremo nel Bureau de fiction special, ma anche grazie al progetto di residenza internazionale di Europa Creativa. Dal 2009 infatti Bandits-Mages è inserita nella rete EMAN#EMARE (European Media Art Network # European Media Artists in Residence Exchange), un servizio europeo che promuove la circolazione di artisti al fine di creare una rete, un laboratorio di arte multimediale decentrato che permette agli artisti europei di tessere legami con strutture di ricerca specializzate anche extraeuropee (Canada, Corea, Stati Uniti, Messico, Australia… https://call.emare.eu/locations/antre-peaux).

Dal 1992, anno della fondazione di Bandits-Mage, sono stati creati appuntamenti annuali di avanguardia, aggiornamento sullo stato dell’arte e creazione collettiva transdisciplinare con uno spirito “eco-queer”, che dal 2020 si identificano sotto il titolo Mondi Multipli (Monde-s Multiple-s). In questi incontri, che fondono arte e tecnologia anche in correlazione con altri centri importanti della regione tra cui in particolare Labomedia di Orleans, l’etica hacker appare l’unica forma di trasmissione possibile per creare dei mondi in simbiosi.

Isabelle Carlier (classe 1977) regista di cinema e spettacoli sperimentali, attivista già direttrice di Bandit-Mages, è impegnata nella ricerca e nello scambio di idee su nuove forme di creazione e modi di vita autonomi (collettivi o individuali). Formata all’École Nationale Supérieure d’Art de Bourges, ha conseguito un post-diploma sotto la direzione di Paul Devautour, Collège Invisible (2001). Nel 2009 ha lavorato al progetto “Future archaeologies” in occasione del centenario di Pierre Schaeffer con Jocelyne Tournet-Lammer. Nel 2013 Isabelle ha incontrato le artiste Annie Sprinkle ed Elizabeth Stephens, protagoniste del suo film Ecosex a user manual, che, come detto, sarà presentato in febbraio in anteprima italiana.

Isabelle

Unborn0X9

Unborn0x9 è un’installazione e performance d’arte che interroga lo sviluppo dei feti negli uteri artificiali esterni del corpo (ectogenesi) e il futuro cyborg della genitorialità. Realizzata nel corso di una serie di residenze artistiche in varie strutture di ricerca tra arte e scienza, l’installazione esplora il ruolo della scienza ostetrica nell’esperienza sempre più crescente dell’apporto della tecnologica nella riproduzione umana, speculando su nuove tipologie di legame che possono emergere con gli uteri artificiali. In Unborn0x9 la gravidanza è integrata in una visione high-tech del corpo come componente biologica di un sistema di comunicazione cibernetico.

L’installazione è stata realizzata in collaborazione con il fablab Echopen che si occupa dello sviluppo di un eco-stetoscopio open source e low cost con applicazione per smartphone. UNBORN0X9 crea il prototipo di uno strumento creativo e hackera le onde ultrasoniche non udibili in una conversione sonora che consente l’interpretazione di un audiovisivo e partitura emozionale per artisti e musicisti.

UNBORN0X9 è un progetto del collettivo Future Baby. L’ectogenesi, considerata come un bambino in provetta pienamente sviluppato in una gestazione extracorporea, pone diverse sfide etiche: la fine della gravidanza ma anche la possibile fine del rapporto privilegiato tra madre e figlio; l’uguaglianza tra donne e uomini; la natura dei legami affettivi per un bambino la cui gestazione è avvenuta in un dispositivo macchinico; evoluzione dei costumi in una società in cui sessualità e riproduzione sono separate; la trasformazione delle nozioni di maternità e paternità, di coppia e di famiglia; lo sviluppo della genitorialità omosessuale; il rischio di una nuova forma di mercificazione del corpo umano.

Unborn0x9

Ewen Chardronnet è artista, autore, giornalista e curatore, sperimentatore di numerosi linguaggi (musica, performance, film, riviste, installazioni), e di svariate tematiche come l’impatto sociale delle tecnologie, gli immaginari planetari, la crisi ambientale, le relazioni tra umano e non umano, la cultura queer e del maker/hacker, la cultura culinaria e dietetica, la biologia dell’evoluzione e il futuro dell’umano.
Il suo progetto Unborn0x9 con l’artista taiwanese Shu Lea Cheang ha ricevuto quest’anno la menzione d’onore al Premio Ars Electronica.
Ewen Chardronnet è attualmente redattore in carica del magazine Makery.info e coordinatore del programma Creative Europe “ART4MED: Art meets Health and Biomedical Research” e co-curatore di un progetto sulle alghe e la dietetica portato avanti all’interno di Ursulab a Bourges, dove lavora costantemente.

Ewen

Breve storia dell’ectogenesi

La prima evocazione di una possibile ectogenesi è attribuita al biologo e genetista britannico John Haldane che elaborò il progetto di un dispositivo che permettesse, nei mammiferi, la gravidanza extracorporea, la crescita di un embrione e poi di un feto al di fuori del corpo di un organismo femminile. Le idee di Haldane sull’ectogenesi hanno ricevuto elogi da un certo numero di colleghi intellettuali progressisti, tra cui Dora Russell Black, la moglie di Bertrand Russell. Nel 1925, scrisse il suo saggio sul futuro della scienza in cui difendeva una concezione emancipatrice dell’ectogenesi abbastanza simile a quella di Haldane da un punto di vista femminista. L’idea stessa della gestazione artificiale consentirebbe alle donne di immaginare una realtà sociale diversa, ha detto, in cui non dovevano avere figli, e quindi non erano tenute a svolgere un ruolo materno che le rendeva servili, legate alla casa e fuori dalla sfera pubblica. Preoccupato per l’intersezione tra ectogenesi ed eugenetica, Aldous Huxley riprende in The Brave New World (pubblicato nel 1932) le idee di Haldane e Russell. Nel suo romanzo, Aldous Huxley annuncia un mondo in cui i bambini vengono fatti in provetta, dove la parola «genitore» è diventata oscena e bandita dalla comparsa dell’ectogenesi che mette fine alla «viviparous reproduction». Nel 1970, la femminista radicale Shulamith Firestone riprese la tesi di Haldane e Russell nel suo libro La dialettica del sesso, sostenendo che l’unico modo per raggiungere la vera uguaglianza tra uomini e donne è affidare la gravidanza alle macchine. Come Haldane e Russell prima di lei, iniziò a concepire la sostituzione dei corpi delle donne con uteri artificiali come base per un movimento politico radicale e utopico, una liberazione delle donne mediata meccanicamente.

Molti articoli sono stati scritti per andare verso l’ectogenesi da Haldane, ma nel 1996 Juntendo University ha portato l’utero artificiale nella realtà. Il loro sistema ha gestato quattordici feti di capra che sono stati poi posti nel liquido amniotico artificiale nelle stesse condizioni di una capra madre. Il team è riuscito a mantenere i feti di capra nel sistema per tre settimane.Il campo è entrato in una nuova fase di accelerazione negli ultimi anni. Nell’ottobre 2014 è stato annunciato che, per la prima volta, un bambino sano era nato da una ricevente di trapianto uterino in Svezia, in un’operazione guidata dal dottor Brännström, professore di ostetricia e ginecologia presso l’Università di Göteborg. Nell’aprile 2017 al Children’s Hospital di Philadelphia, un agnello estremamente prematuro è stato tenuto in vita in un utero artificiale pieno di liquido per quattro settimane. Nel 2018-2019, l’Università della tecnologia di Eindhoven nei Paesi Bassi ha iniziato a sviluppare «sistemi di supporto vitale perinatale» o “biosacchi” di utero artificiale per neonati prematuri umani con il supporto del programma Orizzonte 2020 dell’UE, sperando di avere il primo prototipo entro cinque anni. La visione comune della gravidanza è stata sempre più messa in discussione dall’evoluzione della tecno-medicina in questi recenti esperimenti. In questo contesto, il nostro collettivo di artisti, Future Baby Production, ha iniziato a indagare e concettualizzare l’UNBORN0X9 (dalla nascita di 0 mesi al ciclo completo di 9 mesi). La gravidanza è integrata in una visione high-tech del corpo come componente biotica o sistema di comunicazione cibernetico. Nel trattare un feto come se fosse al di fuori del corpo di una donna, renderlo visibile è un atto politico.

Per maggiori informazioni si rimanda al sito ufficiale https://unborn0x9.labomedia.org

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